Relazione Tecnica sui vaccini covid-19

Indice

Cosa è la relazione tecnica

Una relazione tecnica è generalmente un documento un po’ ostico per chi non si intende della materia trattata, ma se scritta in modo semplice diventa comprensibile anche per il pubblico dei non addetti ai lavori, che può ricavarne notizie utili per operare delle scelte informate e ragionate.

Proprio questo è l’intento che ha guidato la Commissione Consensus Ars Medica nell’approntare questo documento: una esposizione semplice, lineare e consequenziale, l’esposizione dei soli concetti supportati da evidenze oggettive (cioè da documenti ufficiali, studi clinici e sperimentali, pubblicazioni su riviste con index e revisione scientifica, ecc.).

Argomenti trattati: i “vaccini anti covid-19”

Cosa sono, come funzionano, come sono stati prodotti, come sono stati testati negli animali e nell’uomo, quali sono le evidenze scientifiche attuali riguardo il loro utilizzo clinico, qual è la loro reale utilità (cioè: sono davvero necessari?).

Pfizer e l'efficacia dei vaccini

All’interno troverete molte informazioni che nel nostro paese sono state, non sappiamo se intenzionalmente o meno, poco evidenziate dalle autorità sanitarie e quasi completamente omesse dall’informazione di massa (cioè televisioni e giornali).

La relazione è costituita da 3 capitoli informativi, un elenco delle fonti bibliografiche principali utilizzate e alcuni documenti ufficiali allegati in originale.

Capitolo I

Il Capitolo I inizia chiarendo le differenze sostanziali esistenti tra un farmaco, un pro-farmaco e un vaccino, sottolineando le incongruenze che hanno portato all’autorizzazione temporanea in emergenza al commercio di un “vaccino” che non è in realtà un vaccino. Il tutto per aggirare la normativa sui farmaci che non prevede iter abbreviati e semplificati, come accade invece per i vaccini. Affronta quindi il tema della sicurezza e delle reazioni avverse, sottolineando il fatto che si tratta di farmaci completamente nuovi di cui non abbiamo dati certi, soprattutto per quanto riguarda possibili effetti nel medio e lungo periodo. A tal proposito si citano dati da fonti ufficiali inglesi e francesi, paesi molto più attenti nell’individuare e nel registrare le segnalazioni di reazione avversa rispetto all’Italia. Per tutti questi motivi si sarebbe dovuto ricorrere al principio di precauzione, principio ben definito all’interno della normativa europea, e si sarebbero dovute chiedere maggiori garanzie ai produttori.

CapitoloII

Il Capitolo II illustra in modo semplice quale dovrebbe essere, a norma di legge, l’iter per registrare, e quindi immettere in commercio, un farmaco. Vengono spiegate le fasi della sperimentazione pre-registrazione e qual è il motivo per il quale sono state regolamentate così rigidamente, per poi spiegare la funzione dei Comitati etici che devono valutare ed approvare qualsiasi studio clinico sia negli animali da laboratorio che, più importante per noi, sull’uomo. Infine, si affronta il tema degli studi osservazionali, cioè quegli studi che servono a valutare l’efficacia e la sicurezza dei farmaci una volta autorizzati e immessi in commercio: sono studi sulla popolazione generale che valutano gli effetti su grandi numeri, un ulteriore controllo di “qualità” che permette di verificare se sia sfuggito qualcosa durante la fase di approvazione (un esempio può essere quanto successo negli anni cinquanta con la Talidomide).

Capitolo III

Lo scopo principale della vaccinazione è quello di interrompere il contagio creando  una scudo immunitario che impedisce al vaccinato di contagiarsi e, quindi, di contagiare a sua volta. Partendo da questo presupposto il Capitolo III riassume le evidenze disponibili in materia: partendo dai dati forniti dai produttori stessi, attraverso tutte le informazioni fornite da Ministero della salute AIFA e Istituto Superiore di Sanità, si arriva ad illustrare le ultime evidenze cliniche che provengono dai paesi che hanno vaccinato la maggioranza della loro popolazione e si conferma quanto dichiarato dai produttori, e cioè che questi “vaccini” non interrompono il contagio.

Terapie per covid-19

L’ultimo paragrafo affronta il tema delle terapie atte a sconfiggere la malattia covid-19: l’evidenza che queste terapie esistono e, se instaurate tempestivamente, hanno percentuali di successo elevatissime (il tasso di mortalità nelle fasce a rischio si riduce a meno dell’0,1%) suggerisce che l’autorizzazione temporanea in emergenza al commercio di “vaccini” che presentano così tante incognite ed un così alto numero di reazioni avverse non è al momento necessario, ne’ auspicabile. Tuttavia, il fatto che il principio di precauzione, e la stessa normativa europea, suggeriscano un ritiro dell’autorizzazione in emergenza, sarà difficile che ciò accada veramente se la popolazione non lo chiederà a gran voce.

Responsabilità per le reazioni avverse

Il capitolo si chiude con alcune considerazioni su cosa stia realmente accadendo dal punto di vista della responsabilità in caso di reazioni avverse gravi, anche in virtù del fatto, ma non solo, che questi “vaccini” non hanno ancora completato la Fase III della sperimentazione. Nel concreto si intravede un possibile vuoto normativo: se il “vaccino” non è un vaccino ma un profarmaco, l’eventuale lesione da evento avverso non ricade sotto la legge che tutela mediante indennizzo la lesione da vaccino (Lg. 210/92). Ci si chiede allora su chi ricada la legittimità passiva che, ricordiamolo, per i vaccini è del Ministero della Salute, dal momento che questo profarmaco (o pseudovaccino) è stato autorizzato in emergenza con le stesse “protezioni legali” previste per i vaccini tradizionali per quanto riguarda  l’onere di risarcimento del danno da parte delle case farmaceutiche. 

Obbligo vaccinale

Da ultimo, l’obbligo a vaccinarsi, già esecutivo per i lavoratori del comparto sanitario, rappresenta una inammissibile violazione dell’Art. 32 della Costituzione Italiana, del Codice di Norimberga (art. 1) e della Convenzione di Oviedo che stabiliscono inderogabili tutele, prima fra tutte la sottoscrizione di un consenso libero e informato, per chi si sottopone ad una sperimentazione clinica.

Per questo motivo la Commissione Consensus Ars Medica si è spesa per redigere un modello di Consenso Informato che contenesse tutte le informazioni rilasciate, a vario titolo e in vari momenti, dalle autorità sanitarie italiane (cioè: Ministero della Salute, AIFA, ISS), a differenza di quello ufficiale che nel tempo è diventato sempre più scarno, omettendo sempre più informazioni utili per una decisione libera e consapevole, in contrasto con la normativa italiana ed europea sopra citate.

Nel Consenso Informato Integrato sono riportate tutte le situazioni in presenza delle quali non è consigliato procedere alla “vaccinazione”, come scritto dagli stessi produttori dei “vaccini”. Una di queste è l’essere allergici a qualcuno dei componenti del “vaccino”, compreso il principio attivo: consigliabile quindi rivolgersi al proprio medico e valutare l’opportunità di eseguire alcuni test specifici prima di sottoporsi a “vaccinazione”, soprattutto in presenza di sospetti episodi di allergia pregressi. Sebbene le autorità sanitarie italiane abbiano “suggerito” ai medici di medicina generale di non prescrivere esami e/o terapie prevaccinali, vale la pena ricordare che il medico di base è tenuto per legge ad accertare, con tutte le conoscenze in suo possesso, la vostra idoneità alla somministrazione di un qualsiasi trattamento farmacologico.

Bibliografia e allegati

La relazione tecnica si chiude con un capitolo dedicato alle fonti bibliografiche, tutte reperibili via internet tramite l’apposito link segnalato, e un capitolo dedicato agli allegati. Il documento, infatti, include le schede tecniche originali, come fornite dei produttore, di tutti i “vaccini” disponibili in Italia.

La speranza è che tutto questo materiale, che ci è costato tanto impegno e tante ore di lavoro, possa essere davvero utile a chi non ha ancora le idee chiare in merito alla situazione sanitaria attuale.

Consensus Ars Medica

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